Gentile utente, questo sito utilizza i cookies per migliorare e facilitare la tua esperienza di navigazione e per fornirti servizi ed annunci in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, premendo su Accetta o proseguendo la navigazione all'interno del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Inaugurati, nel Real Sito di Carditello, a San Tammaro (Ce), l’appartamento reale e il tempietto dorico della Reale Delizia borbonica, antica tenuta destinata in origine alla caccia, all’allevamento e alla selezione di cavalli di razza reale, oltre che alla produzione agricola e casearia.

Crediti Emanuele Antonio Minerva ‐ Ministero della Cultura

Sono intervenuti il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e il presidente della Fondazione Real Sito di Carditello, Maurizio Maddaloni, insieme alle massime autorità istituzionali del territorio.

Il Real Sito di Carditello è stato edificato intorno al 1787, sotto Ferdinando IV di Borbone, su progetto dell’architetto Francesco Collecini, collaboratore di Luigi Vanvitelli.

Caratterizzato da una Palazzina Reale di stile neoclassico, ospita ambienti in origine destinati ad azienda agricola, con cinque cortili, otto edifici a torre e dodici capannoni.

La parte antistante, realizzata su modello dei circhi romani, era riservata alle corse dei cavalli e poteva contenere fino a 30mila spettatori, che partecipavano alle manifestazioni equestri.

Il Galoppatoio include due fontane monumentali con obelischi in marmo, un tempietto circolare – da cui il re assisteva agli spettacoli ippici – e una pista in terra battuta, mentre le mura perimetrali presentano tre livelli di gradoni.

Ancora oggi, rappresenta il più grande ippodromo al mondo inserito all’interno del perimetro di una residenza reale.

La Tenuta, tra le Delizie Reali dei Borbone, era destinata all’allevamento e alla selezione di cavalli di razza reale, oltre che alla produzione agricola e casearia.

Al suo interno, era presente la Reale Industria della Pagliara delle Bufale, luogo di produzione di prodotti caseari.

Il Real Sito di Carditello, dunque, è un mirabile esempio dell’imprenditoria  promossa dalla casa reale borbonica tra la fine del XVIII e la prima metà del XIX secolo.

Crediti Emanuele Antonio Minerva ‐ Ministero della Cultura

“La presenza del ministro Sangiuliano – ha dichiarato Maurizio Maddaloni, presidente della Fondazione – testimonia non solo la particolare attenzione del Governo per il territorio, ma la sua personale determinazione a rilanciare la Reggia borbonica. Un’azione di grande coraggio istituzionale, dopo anni di incuria e abbandono, che sarà decisiva per il futuro di Carditello. Il Real Sito di Carditello deve diventare la Venaria Reale del Sud”.

I restauri sono stati realizzati dal Segretariato generale regionale campano del Ministero che, dopo anni di lavoro, ha consegnato le sale reali alla Fondazione.

“L’Appartamento Reale è stato restaurato dal Segretariato generale campano solo parzialmente – ha continuato – ed evidentemente ha bisogno ancora di essere completato con i fondi già in parte appostati dal Ministro. Nonostante tutte le problematiche riscontrate, noi agiamo e riapriamo le sale al pubblico, dimostrando il nostro senso di responsabilità e continuando a lavorare in armonia con i nostri soci per restituire alla comunità questo sito dal notevole patrimonio storico, ambientale e culturale. Tuttavia, al di là della Palazzina centrale che richiede comunque altri opportuni interventi di recupero, il sito necessita di una vasta e diffusa opera di restauro con l’individuazione di nuove e significative risorse per il rilancio complessivo e definitivo di Carditello”.

Il Ministro Sangiuliano ha affermato: "La Reggia di Carditello merita un grande progetto di rilancio come Pompei la cui supervisione sugli appalti sarebbe da affidare ai Carabinieri, proprio come avvenuto a Pompei. Carditello è un sito meraviglioso dalle grandi potenzialità culturali e socioeconomiche, stiamo lavorando affinché possa entrare in modo duraturo negli itinerari culturali. La cultura non deve essere prerogativa delle grandi città, ma diffusa su tutto il territorio, perché è uno dei coefficienti sui quali si misura la qualità della vita dei cittadini".

Per l’occasione, la Fondazione ha previsto, d'intesa con Poste Italiane, l’annullo filatelico celebrativo della giornata.