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Sono un’esplosione di luce e di colori, forza plastica e potenza grafica assieme, tratti decisi che in un gioco di tonalità marcate definiscono i volti, sono nuance repentine che definiscono orizzonti, in un’armonia d’effetto che incanta e sublima.

 

Tali sono le opere pittoriche di Massimo Paravani, artista romano, attualmente in mostra, nella Capitale fino al 20 marzo presso la Numen Gallery, con la personale “I Colori delle Emozioni”.
Ad ispirarlo sono popstar: Madonna, David Bowie, Michael Jackson, Rihanna e tante altre.

Sono icone del Cinema dal fascino senza tempo e personaggi cult: Marilyn Monroe, Audrey Hepburn, Sophia LorenVirna Lisi, Brigitte Bardot, Paul Newman, Cary Grant, James Dean, Clin Eastwood, Robert De Niro o un italianissimo Alberto Sordi. Sono dive dell’Hollywood contemporaneo come Charlize Theron.

Sono simboli di pace come Nelson Mandela ed eroi dei nostri tempi quali Giovanni Falcone e Paolo Borsellino; simboli e personalità della Cristianità, Gesù di Nazareth e Papa Francesco; campioni dello sport come Francesco Totti, intellettuali come Erri De Luca, uomini che hanno innovato e  rivoluzionato il mondo dei media  da Guglielmo Marconi a Mark Zuckerberg.

Sono espressioni della potenza scultorea come l’Apollo e Dafne del Bernini, come La Pietà di Michelangelo o la Fontana di Trevi, magnificenza di Salvi e Pannini; sono luoghi magici come il Lungotevere a Roma o il Ponte di Rialto a Venezia, o scorci e skyline metropolitani.

Le sue opere sono ispirate dalla leggiadria della danza, dalla passione e dell’amore, dalla tenerezza dei bambini o il dipinto di un gatto. Una varietà di personaggi che rispecchia il dialogo continuo tra Paravani e le varie forme d’arte, l’attualità,  i luoghi e i sentimenti.

L’espressione figurativa ha attratto Massimo Paravani sin da bambino. Nel 1989 ha  conseguito, presso l'Istituto di Stato per la Cinematografia e Televisione "Roberto Rossellini" di Roma, il diploma di grafico pubblicitario. Un corso di studi che ha impresso il suo imprinting nella sua opera pittorica.

Pur svolgendo altre attività, Paravani non ho mai abbandonato del tutto la passione.

Nella primavera del 2014,  la nuova fase della sua vita artistica: «improvvisamente ed inaspettatamente», come egli stesso racconta,  una nuova energia sopraggiunge, portando un nuovo estro creativo ed un nuovo stile che ha un richiamo forte alla Pop Art, ma riflette al contempo una ricerca espressiva in evoluzione che esonda da una netta classificazione.

«Non so spiegare cosa sia successo, a volte penso che  qualcosa di magico in quei giorni sia  avvenuto, fatto sta che da allora non posso fare a meno di stare davanti al mio cavalletto con i pennelli ed i colori. Farlo per me significa entrare in un'altra dimensione.   Questa “rinascita” mi ha portato a vivere tante nuove ed  intense esperienze  che non avrei mai immaginato.

Internet e di conseguenza i social network sono stati il primo e  importante veicolo promozionale per i miei lavori che andavano man mano aumentando. Il gradimento delle persone che da allora mi seguono è carburante essenziale per mantenere viva questa fiamma creativa. I complimenti, gli attestati di stima, i  “mi piace” sulle foto dei miei dipinti, sono stati e sono  i ricavi principali della  mia pittura».

Nel 2015, un ulteriore passo,  l'incontro con l'Associazione “Artisti di Roma”  e la prima mostra.

«Da allora - commenta Paravani -  ne sono seguite tante, mi sono ritrovato con incredula felicità ad esporre in luoghi meravigliosi: la Sala del Bramante, la Chiesa del Gesù, San Lorenzo in Lucina, il Giardino dei Santi Alessio e Bonifacio all'Aventino, con i Cento Pittori di Via Margutta, alla Fiera d'Arte Contemporanea a Forlì e tanti altri ancora.

L'impatto è stato forte, mettersi in gioco è un’operazione difficile e rischiosa. I risultati sono cominciati ad arrivare, i quadri sono piaciuti ed alcuni hanno deciso di acquistarli. Questa nuova possibilità ha generato  nuovi e  contrastanti sentimenti. Ho provato il sottovalutato dolore di un autore che perde un suo lavoro, pezzi di se stesso che vanno via, per sempre. 

L'altra faccia della questione però mi inorgoglisce  e rincuora: persone  spendono i loro soldi, il loro tempo e impegnano un po’ di spazio della propria casa per accogliere  qualcosa che ho fatto io.  

A volte penso ai miei quadri in quelle case, mentre le persone sono a cena,  durante la festa di Natale o un compleanno, tra il profumo del caffè e i raggi del sole del mattino. Tra quelle pareti c'è un pezzo di me, e mi piace tanto pensare che se una piccola porzione del loro mondo si fa a colori è anche per merito mio. Lavoro forte per questo, per provare a dare qualche emozione.  L'arte è questo per me».
                                                            
                                                                                                                                                                                                                                Maria Patrizia Sanzo