Inaugurata al Museo d'Arte Moderna di Bologna la programmazione espositiva della Project Room per l'anno 2024 con la mostra Lynda Benglis e Properzia de' Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno, a cura di Lorenzo Balbi.
Foto allestimento (Crediti fotografici Elisabetta Severino) |
Un'iniziativa intrapresa nell'ambito di Art City Bologna, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali, promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.
L'esposizione, visitabile sino al 26 maggio, propone un dialogo inedito tra Properzia de' Rossi (Bologna, 1490 circa – 1530), considerata la prima donna scultrice nella storia dell'arte nonché unica donna ad avere una biografia all'interno delle Vite di Giorgio Vasari, e Lynda Benglis (Lake Charles, Louisiana, 1941), considerata una delle più importanti e irriverenti scultrici viventi.
Appartenenti a epoche e culture lontane tra loro, le due artiste, entrambe virtuose del medium scultoreo, sono accomunate dall'ambizione di affermare la propria individualità creativa in contesti ostili o difficilmente accessibili alle donne.
Properzia de' Rossi sfida i limiti dell'epoca in cui vive attraverso la sua stessa presenza di artista in un contesto prettamente maschile, quello del prestigioso cantiere bolognese di San Petronio, in cui lavorano, impegnati nelle sculture in marmo dei portali della facciata, celebri artisti quali Niccolò Tribolo, Alfonso Lombardi, Girolamo da Treviso e Amico Aspertini.
Scultura di Properzia de' Rossi (Crediti fotografici Elisabetta Severino) |
Secondo Vasari, de' Rossi sostiene l'immane sforzo fisico della tecnica scultorea animata dal desiderio di fama e dalla volontà di estirpare all'universo maschile il "vanto della superiorità", seppur "per mezzo del marito" avrebbe chiesto ai "fabbricieri della basilica" una parte di quel lavoro.
Il Vasari, inoltre, sottolinea il manifestarsi dell'indole irriverente della donna nella formella marmorea da lei realizzata, raffigurante l'episodio biblico di Giuseppe e la moglie di Putifarre: l'opera, che racconta un amore adulterino, sarebbe, secondo il critico d'arte, manifesto dell'"ardentissima passione" che la scultrice nutre nei confronti del suo amante e che sfoga nell'arte.
Nell'ottica di Vasari, dunque, l'attività artistica di Properzia de' Rossi è ridimensionata dall'intervento di due uomini: il marito, come intercessore per l'ottenimento del suo lavoro, e l'amante, come fonte d'ispirazione per la sua arte.
Come Properzia de' Rossi, Lynda Benglis, a cinque secoli di distanza dall'artista bolognese, opera fin dai suoi esordi una rivoluzione sfidando i limiti sociali e, di pari passo, quelli della materia attraverso il suo gesto artistico. Americana di origini greche, Benglis inizia la sua carriera negli anni Sessanta opponendosi con opere estrose e colorate alla geometria e al dogmatismo del movimento artistico del Minimalismo, i cui maggiori suoi rappresentanti, come Donald Judd e Robert Morris, sono di sesso maschile.
Dai versamenti di lattice pigmentato, dal quale prendono vita dipinti aderenti al pavimento, ai materiali sperimentali scelti, che mutano la loro natura nel tempo, tutto concorre ad alimentare il gesto con il quale Benglis plasma opere in fieri che sfidano l'immutevolezza e la staticità tipiche dei manufatti artistici scultorei.
Scultura di Lynda Benglis (Crediti fotografici Elisabetta Severino) |
Anche nel caso delle opere esposte al Mambo, le brillanti sfumature cromatiche non seguono la traiettoria canonica dell'utilizzo del marmo bianco nell'arte contemporanea - come, ad esempio, nel caso di Sol LeWitt - ampliando così le possibilità di espressione della tecnica che si traducono in un patrimonio visivo ricco e profondo. La sua sperimentazione con il colore nel contesto della scultura in marmo si sposa alla volontà di preservare elementi storici, basti pensare all'influenza dell'arte greca e del Barocco, con l'obiettivo di scardinare i confini temporali dell'arte. Le opere di Benglis conservano una traccia antropomorfa, catturata attraverso un preciso gesto e momento definito dall'artista "the frozen gesture", e producono una nuova chiave interpretativa rivoluzionaria dell'arte scultorea mettendo in scena un fitto dialogo tra passato e presente.
Lynda Benglis e Properzia de' Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno presenta dalla produzione artistica dell'artista bolognese lo stemma nobiliare della famiglia Grassi con aquila bicipite, in filigrana d'argento con noccioli di frutta intagliati, proveniente dal Museo Civico Medievale di Bologna e appositamente restaurato per questa occasione espositiva, e una riproduzione in 3D della formella in marmo, rappresentante l'episodio biblico di Giuseppe e la moglie di Putifarre, realizzata per il portale della Basilica di San Petronio e conservata all'interno del suo Museo diocesano.
Sculture di Lynda Benglis (Crediti fotografici Elisabetta Severino) |
Quest'ultima è un duplicato di fedele accuratezza, estremamente utile in caso di perdita dell'opera originale, che rende fruibile presso il Mambo una scultura impossibile da spostare dalla sua collocazione originale. La suddetta riproduzione in 3D rappresenta un'azione concreta di valorizzazione del patrimonio culturale affidato alla tecnologia digitale, impiegata perlopiù nella conservazione e nel restauro dei beni artistici. Sia lo stemma nobiliare della famiglia Grassi che la formella in marmo realizzata per la Basilica di San Petronio sono descritte e attribuite da Vasari a Properzia de' Rossi nelle Vite, primo testo critico di storia dell'arte a sua volta presente in mostra attraverso le due preziose edizioni del 1568 conservate presso la Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna.
Dalla produzione artistica di Lynda Benglis, l'esposizione presenta sette sculture in marmo, realizzate dal 2015 al 2021, provenienti da Thomas Brambilla Gallery di Bergamo e da collezioni private ubicate nell'area metropolitana di Bologna. Queste ultime, oltre a valorizzare il territorio emiliano, rappresentano per il pubblico un'imperdibile occasione di fruizione.
La mostra Lynda Benglis e Properzia de' Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno, nata dalla collaborazione tra Settore Musei Civici Bologna, Settore Biblioteche e Welfare culturale del Comune di Bologna e Arcidiocesi di Bologna, rappresenta un esempio virtuoso di strategia culturale che mira a creare progetti condivisi per creare nuove e affascinanti narrazioni diacroniche sulla storia culturale della città.
L'esposizione è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale in edizione bilingue italiano / inglese, con testi di Lorenzo Balbi, Vera Fortunati, Irene Graziani, David J. Getsy ed Eloisa Morra. In appendice sono inoltre presenti contributi tematici di Elisa Rebellato sull'edizione delle Vite di Vasari in mostra, sulla riproduzione 3D del bassorilievo Giuseppe e la moglie di Putifarre di Properzia de' Rossi e Simone di Virgilio sul restauro dello stemma gentilizio della famiglia Grassi di Properzia de' Rossi. Completano il volume le vedute di allestimento della mostra e ulteriori immagini a corredo dei testi.