Il labirinto è un simbolo potente della cultura euromediterranea, che affonda le sue origini nel mito cretese di Teseo e Arianna e del mostruoso Minotauro rinchiuso al suo centro dal re Minosse, che ne affidò la costruzione a Dedalo e a suo figlio Icaro.
La sua rappresentazione sui pavimenti delle chiese paleocristiane – il più antico risale al VI secolo e si trova nella basilica di San Vitale a Ravenna – e delle cattedrali romaniche e gotiche ne ricorda il carattere sacro e iniziatico, un significato oggi perduto.
Sopravvissuto come divertissement delle corti rinascimentali o barocche, come il labirinto di siepi a Villa Pisani a Stra, oggi è possibile riscoprirne le tracce in molte opere d’arte presenti nelle collezioni dei nostri musei e parchi archeologici, essi stessi luoghi che possono essere vissuti come un percorso di ricerca.
E ai Labirinti nell’arte il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo dedica la campagna di comunicazione del mese di giugno: oltre cinquanta locandine digitali saranno condivisi dal Mibact e dai Musei italiani su tutti i propri account social con l’hashtag #labirintidarte.
Dal labirinto a mosaico agli Scavi di Pompei al cretto di Burri al museo di Capodimonte, dalla fontana a labirinto nel palazzo imperiale al parco archeologico del Colosseo ai giardini di Villa Lante a Bagnaia, sono tantissimi i labirinti che è possibile percorrere fisicamente o con l’immaginazione nei musei italiani, rispondendo alla necessità di raggiungere un traguardo esperienziale.
Tutte le opere sono state selezionate attraverso il "concorso di gruppo" che, ogni mese, vede coinvolto l’intero sistema museale nazionale e dal quale nasce un vero e proprio reportage collettivo.