In vista del 2019, anno durante il quale Matera assurgerà al rango di Capitale europea della Cultura, un luogo da visitare è certamente il Museo Archeologico Domenico Ridola, nel suo nuovo allestimento. Più luce, un rinnovato progetto grafico e importanti mostre. In corso "Trecento ‘19 Duemila ‘19" dedicata alle copertine d’autore de “La Lettura”, il supplemento settimanale del Corriere della Sera.
Con l'inaugurazione delll'allestimento si avvia il progetto di rinnovamento del Museo Archeologico Domenico Ridola di Matera, che il Polo Museale della Basilicata intende condividere con la comunità materana nell’ambito di un percorso di coinvolgimento e partecipazione che si svolgerà nel corso del 2019 per arrivare a definire insieme la ‘forma’ del museo della città.
Il museo archeologico di Matera è il museo statale più antico della Basilicata: istituito nel 1911 all’interno dell’ex Convento delle Clarisse, è intitolato al suo fondatore, Domenico Ridola (1841-1932), medico, uomo politico e archeologo, che nel 1910 aveva donato allo Stato le sue importanti raccolte di materiali naturalistici, oggetti etnografici, testimonianze artistiche e soprattutto preziosi reperti archeologici, in massima parte documenti preistorici, provenienti dagli scavi da lui stesso condotti nel territorio materano,
Tali raccolte costituiscono il primo nucleo dello straordinario patrimonio del museo, cresciuto poi nel corso dei decenni successivi grazie alle ricerche, alle scoperte, agli scavi e ai rinvenimenti nel territorio materano, avviati da Ridola già negli anni Settanta dell’Ottocento e proseguiti fino ai nostri giorni, che restituiscono importanti tracce di una vicenda archeologica ininterrotta e millenaria, dalla preistoria alla protostoria fino all’età storica, ricca di testimonianze e documenti di raro interesse.
Diretto fino al 1961 da Eleonora Bracco, che fece realizzare i primi interventi sul complesso conventuale per sistemare in maniera più articolata i numerosi materiali, il museo fu poi ampliato tra anni Sessanta e anni Settanta dal primo Soprintendente archeologo della Basilicata, Dinu Adamesteanu, con il quale cominciò a prendere forma quell’istituzione moderna che, nelle intenzioni dei suoi ideatori, avrebbe dovuto mettere al centro la storia di Matera e del suo territorio.
Tra anni Ottanta e anni Novanta venne poi realizzato, grazie ai fondi Fio e al progetto dell’ingegner Corazza, un secondo importante intervento, che dotò il museo di nuovi spazi, inizialmente destinati alle collezioni e alle mostre temporanee, all’interno di una palazzina costruita nella parte retrostante il giardino delle clarisse.
Nel dicembre del 2015, a seguito della Riforma Franceschini, il museo è stato assegnato al Polo Museale della Basilicata che ha deciso di puntare sul rinnovamento della struttura e della missione del Ridola, promuovendo un percorso strategico il cui primo passo è proprio il nuovo allestimento temporaneo.
«La "semplice" idea che guida questo allestimento - ha dichiarato Marta Ragozzino, direttrice del Polo Museale - è quella di riordinare in senso cronologico i materiali esposti, integrandoli per colmare le maggiori lacune e accompagnando il nuovo percorso, che riserverà molte sorprese, con un racconto lineare, accessibile e accogliente che renda comprensibili a tutti i contenuti e la storia del museo. Un racconto moderno, adatto a un pubblico con esigenze diverse, con un progetto grafico innovativo e di grande valore comunicativo, oltre che di impatto estetico. Un nuovo apparato fotografico realizzato ad hoc con l’ausilio delle più moderne tecnologie ha il compito di contestualizzare meglio i diversi ambiti archeologici». Nuova luce «per dare respiro a memorie eccezionali che devono diventare sempre di più patrimonio comune, per raccontare sempre meglio le storie di persone e di cose, importanti per la comunità intera, che nel suo museo deve potersi ritrovare e riconoscere».
Il museo Ridola sarà sede della prima grande mostra di Matera-Basilicata 2019, Ars Excavandi per la cura di Pietro Laureano. E sarà uno dei luoghi privilegiati della produzione culturale della città.
Inaugurata la mostra Trecento ‘19 Duemila ‘19 curata da Gianluigi Colin e Antonio Troiano e prodotta insieme alla Fondazione Corriere della Sera e alla Fondazione Matera-Basilicata 2019. Esposte 319 copertine d’autore de “La Lettura”, il supplemento settimanale del Corriere della Sera dedicato ai libri e agli stili culturali, che ha ripreso la pubblicazione dal 2011. Sarà visitabile fino al 23 aprile 2018.
Un grande viaggio all’interno dell’arte contemporanea: dal primo numero, “La Lettura” ha infatti affidato le proprie copertine ai maggiori artisti del panorama internazionale, da Ai Weiwei ad Armin Linke, passando per Anselm Kiefer, Damien Hirst, Vanessa Beecroft, Ettore Spalletti, Mimmo Paladino e tanti altri. Pittori, scultori, fotografi, architetti, performer, impegnati a realizzare una pinacoteca senza pareti capace di entrare nelle case dei lettori e di contribuire a definire il concetto stesso di contemporaneo.