Ha ideato una versione rivisitata del costume tradizionale calabrese per riflettere l’atmosfera natalizia la tessitrice Chiara Pirroncello che da circa un decennio ha deciso, con successo, di riprendere un lavoro antico, portato avanti da generazioni nella sua famiglia.
I componenti tipici dell’abbigliamento da “pacchiana” erano camicia, manicotti, corpetto, gonna, panno, grembiule e vancale. In questa originale proposta sono state sostituite dall’accostamento di diverse sciarpe a simulare l’ampia gonna di un tempo.
«Il vestito della pacchiana – spiega l’artigiana di Chiaravalle Centrale (Cz) - rivestiva grande importanza dal punto di vista storico, culturale, antropologico e sociale.
Rivelava l’appartenenza ad un luogo: la foggia e i colori degli abiti variavano da paese e paese. Manifestava la condizione di nubile o sposata della donna che l’indossava, ad esempio attraverso i colori della camicia o del grembiule, così come il ceto sociale con i pizzi, i ricami ed il pregio dei tessuti.
La mia è un’evoluzione che richiama la donna di oggi, fuori da qualunque recinto sociale, libera di esprimere le proprie capacità e idee. Ecco perché l’ispirazione di proporre l’abito tutto colorato con un solo legame con il passato: il vancale, elemento che proteggeva e riparava dal freddo durante il cammino, il lavoro quotidiano e accoglieva i bambini più piccoli.
Un elemento che simboleggia: la donna moglie, madre, compagna, sorella e figlia, la donna nelle sue molteplici sfaccettature con la varietà di tinte e geometrie, una donna che si misura con le varie dimensioni senza rinunciare ad essere profondamente se stessa».
Maria Patrizia Sanzo
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