Terminato il progetto di cooperazione transnazionale “Alias - Allevamento, Impatto ambientale e Trasformazione”, finalizzato a valorizzare la lana locale e che ha portato alla realizzazione di uno studio relativo ai diversi scenari di impiego dei velli e degli scarti.
Uno studio che promuove soluzioni sostenibili e innovative, nelle aree di appartenenza dei Gal partner.
Il progetto promosso dal Gal “Serre Calabresi” in qualità di capofila, ha coinvolto quali partner il Gal “Trikala” dalla Grecia, il Gal “La Serena” dalla Spagna e quali partner associati la Cooperativa francese “Ardelaine”, la Escuela de Pastores de Extremadura dalla Spagna e per l’Italia anche l'Arsac.
Un progetto nato dall’esigenza di confrontarsi su specifiche problematiche e tra diverse realtà territoriali. A tal scopo si sono tenuti meeting nei vari Paesi di riferimento e le giornate conclusive del progetto hanno accolto in Calabria una delegazione di greci e spagnoli, impegnati in attività di divulgazione e scambio, in visite presso luoghi di ricerca e imprese del settore.
Della lana prodotta in Europa, il 25% viene utilizzato in ambito tessile, mentre il 75% costituisce uno scarto. Questo dato denota la portata e l’importanza dello studio intrapreso.
I risultati sono stati presentati a Catanzaro, presso la Cittadella regionale.
«Abbiamo raggiunto gli obiettivi, ma per il futuro e con la nuova programmazione vogliamo essere ancora più ambiziosi e puntiamo a risolvere il problema dello smaltimento degli scarti della lana, che ha dei costi particolarmente onerosi per gli allevatori. In base alla normativa europea, infatti gli scarti vengono considerati come sottoprodotto di categoria 3. L’allevamento, che un tempo era un’attività importante della nostra realtà rurale, ha subito un calo drastico. Dal prossimo anno contiamo di dare avvio al nuovo progetto “Leadersheep” e con il 2026 di procedere con le diverse attività» ha dichiarato il presidente del Gal “Serre Calabresi”, Marziale Battaglia.
«Queste giornate e le prassi condivise non rappresentano solo la conclusione di questo progetto, - ha dichiarato il direttore del Gal, Carolina Scicchitano - ma rappresentano l’inizio di un nuovo percorso che punta a valorizzare le attività di base finora realizzate: la mappatura del territorio e la collaborazione con il mondo dell’università. Siamo lieti degli obiettivi intermedi raggiunti. Con la nuova programmazione riteniamo che l’obiettivo finale possa definitivamente essere raggiunto».
«In Italia, si registrano circa 7 milioni di ovini, il 3% dei quali, circa 200 mila capi, si trova in Calabria» ha spiegato Nathalie Iofrida, responsabile del progetto. «La produzione media è stimata in circa 1.5 kg di lana per capo ed il ricavo medio della vendita dei velli di razza non selezionata è di circa 0.50 €/kg, cifra che non ripaga ovviamente dei costi di tosatura. A questi si aggiungono i costi di smaltimento», ha proseguito fornendo altri dati per comprendere la proporzione della problematica e la realtà di un comparto che, nella nostra regione, va scomparendo. Ha ancora informato che i risultati dello studio saranno trasferiti, attraverso un report, al territorio.
Si punta a realizzare un’economia circolare, per garantire modelli di consumo e produzione sostenibili e un approccio virtuoso per la gestione dei rifiuti, così come previsto dagli obiettivi dell’Agenza 2030. L’analisi economica dei possibili scenari di sviluppo della lana è stata illustrata da Emanuele Spada, assegnista di Ricerca presso l’Università Mediterranea. Tra questi: la destinazione al settore tessile, la produzione di materassi, di fertilizzanti, di pannelli isolanti, di substrati idroponici, di lanolina e cheratina. Giacomo Falcone, ricercatore dell’Università Mediterranea, si è soffermato sulla sostenibilità ambientale dei possibili sbocchi. Attività di ricerca è stata compiuta anche dalle Università di Tessaglia e di Atene.
L’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, in collegamento telefonico, ha dichiarato il sostegno economico per le prossime attività, con le risorse a disposizione.
«Recuperare la filiera della lana significa recuperare anche saperi che si stanno perdendo. Sull’agricoltura si gioca una partita importante e l’innovazione è necessaria» – ha evidenziato Luigia Iuliano, direttore del Centro Sperimentale Dimostrativo Arsac di San Pietro Lametino (Cz). Ente, l’Arsac, rappresentato anche dal suo commissario Fulvia Michela Caligiuri.
Individuare quale possa essere l’eventuale direzione comune da intraprendere, ha evidenziato l’imprenditore Emilio Salvatore Leo, rappresenta una priorità. «I progetti devono servire alla realtà, imparando dagli errori del passato» ha evidenziato, soffermandosi anche sulla necessità della qualità della lana.
Qualità della lana, benessere animale, sono stati temi affrontati dai partner spagnoli, provenienti dall’area di produzione della merinos e forti dell’esperienza dell’Escuela de Pastores de Extremadura, un’istituzione che da più di un secolo si occupa della formazione di pastori e allevatori, con corsi tecnici e professionali.
Oltre alla voce del Lanificio Leo, la più antica fabbrica tessile della Calabria, per il medesimo settore sono stati registrati gli interventi: di Patrizia Maggia, presidente dell'Agenzia “Lane d'Italia” e di Felice Piacenza del Lanificio Fratelli Piacenza, due realtà del distretto biellese, portatrici dell’esperienza secolare nella lavorazione della lana e che oggi si avvale di competenze e tecnologie avanzate.
Patrizia Maggia ha osservato come l’utilizzo delle fibre naturali e della lana contribuirebbe a dare maggiore valore ad una risorsa e al prodotto, sottolineando la necessità di «lavorare oggi per ciò che sarà domani»; Felice Piacenza ha portato la testimonianza di un’impresa, con tre secoli di storia, che nei momenti di difficoltà ha puntato all’innovazione, attraverso viaggi in terre lontane già da fine Ottocento per proiettarsi verso nuove scoperte.
In considerazione del quadro emerso dalla conferenza, il presidente del Gal, Marziale Battaglia ha informato che si prevede un incontro apposito con gli allevatori.
L’evento, tenutosi presso la Cittadella regionale, è stato accreditato dall’Ordine degli Agronomi e Dottori forestali della provincia di Catanzaro per la formazione professionale continua e patrocinato da Ara (Associazione Regionale Allevatori) Calabria.