Una buona notizia per la Cultura arriva dal Sud. Si è costituito a Napoli il Coordinamento dei festival letterari che si svolgono in vari luoghi del Mezzogiorno d’Italia. Un progetto voluto per condividere risorse, scopi, ideali e obiettivi. E la Rete dei Festival continuerà ad allargarsi.
Una partecipata riunione ha visto confrontarsi tra loro: Santino Salerno (Premio Padula in Acri), Gilberto Floriani e Mimmo Gangemi (Leggere&Scrivere), Vincenzo Tenore (SponzFest in Calitri), Gaetano Savatteri, Armando Caputo e Tommaso De Pace (Trame Festival di Lamezia Terme), Giuseppe Prode (38° Parallelo – Tra libri e cantine – Marsala), Giuditta Casale (Women’s Fiction Festival di Matera), Anita Magno e Luigi Spedale (SabirFest di Messina, Catania, Reggio Calabria), Alessandro Polidoro, Diego Guida, Rosario Bianco e Francesco Durante (Napoli Città Libro), Piero Melati (Una Marina di Libri- Palermo), Antonio Salvati (Festival della letteratura e del diritto di Palmi), Paolo Albano (Notte bianca del libro di Potenza), Salvatore Schembari (A tutto volume di Ragusa), Ines Mainieri (Salerno Letteratura), Luigi Franco (Sciabaca Festival – Viaggi e culture mediterranee di Soveria Mannelli), Milly Corallo (Dialoghi di Trani), Andrea Cacciatore (Armonia Festival di Tricase) e Settimio Rienzo (Festival “Luci della ribalta” di Padula).
Un'idea nata dall’intuizione degli organizzatori del Festival partenopeo “Napoli città del libro” e del suo direttore artistico Francesco Durante e dell’editore Giunta. Tre ore di serrato, ma produttivo confronto, al termine del quale, si è deciso di costituire una “rete dei festiva meridionali, per condividere risorse, scopi, ideali, obiettivi, sogni, aspirazioni, demandando ad un nuovo incontro, la necessaria strutturazione organizzativa” e di “predisporre dei luoghi di comunicazione immediata” e per “redigere un manifesto fondativo comune”, con l’obiettivo di appellarsi alla classe dirigente di questa parte della Penisola, affinché la cultura diventi veramente un fattore di sviluppo su cui investire risorse e non un qualcosa di accessorio nelle politiche di governo delle regioni meridionali. Manifesto comune della rete che sarà presentato nel mese di maggio al Salone di Torino prima e a Napoli poi nella rassegna editoriale che si sta predisponendo.
Già due anni orsono infatti il rapporto Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”, elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere, passando al setaccio le imprese delle filiere culturali e creative italiane, mostrava come «il loro contributo diretto in termini di valore aggiunto per l’economia italiana fosse pari (dati 2014) a 78,6 miliardi di euro, come a loro volta attivassero altri settori dell’economia, arrivando a muovere complessivamente il 15,6% del valore aggiunto nazionale: 227 miliardi di euro. Una ricchezza dagli effetti positivi anche sul fronte occupazione, visto che le sole imprese del sistema produttivo culturale davano lavoro a 1,4 milioni di persone, il 5,9% del totale degli occupati in Italia, oltre 1,5 milioni, il 6,3% del totale, se includendo anche le realtà del pubblico e del non profit». Sottolineata altresì la forza che denota l'Italia quando scommette su ciò che la rende unica e desiderata nel mondo: cultura, qualità, conoscenza, innovazione, territorio e coesione sociale.
La diversità dei territori coinvolti in questo progetto costituisce indubbiamente non solo una novità progettuale in grado di competere con i grandi Festival del Nord Italia, ma un arricchimento per tutti i componenti del coordinamento, perché è proprio dall’interscambio che spesso si generano, idee, progetti comuni, iniziative in grado di andare oltre gli angusti limiti territoriali locali, facendo “massa critica” e quindi portando ad un dividendo strategico che può far crescere tutti.
Il prossimo obiettivo è ora quello darsi, a breve, un nome comune per tenere assieme questo vero e proprio “cartello” di organizzazioni culturali, nonché la realizzazione di un portale web comune che pubblicizzi al meglio le attività dei singoli Festival e dia spazio alla miriade di piccoli editori meridionali, e di strategie comunicative comuni, anche a mezzo di uffici stampa condivisi, la suddivisione delle spese per portare nomi illustri della letteratura ai festival del circuito, e fare in modo di costituire un calendario unico di eventi, tesi alla promozione dell'antico e insostituibile strumento di sapere che è il libro, tramite l’armonizzazione delle date in cui si svolgono i diversi festival per evitare inutili sovrapposizioni.
Un altro passo concreto venuto fuori dalla giornata di grande confronto culturale: la decisione degli organizzatori del Festival del Libro di Napoli, che aprirà i battenti il 24 maggio prossimo, di creare un unico grande stand comune per tutti i festival della rete. Rete – hanno affermato i fondatori – che è comunque destinata ad allargarsi.