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È un libro alla scoperta del mondo della nocciola, della storia di un frutto che ha origini remote, un viaggio attraverso territori e borghi dal Nord al Sud della Penisola, la descrizione accurata di un comparto produttivo, quello corilicolo, che eccelle per qualità in Italia.

È un intrigante percorso all’insegna del gusto, tra specialità e ricette elaborate, dall’antipasto al dolce, da chef stellati e maitre patissier.  Un’avventurosa opportunità di conoscenza fra tradizioni, letteratura e mito.

Racchiude questo e molto di più la pubblicazione “Enciclopedia della nocciola”, edita da Mondadori, che già nel titolo enuncia la volontà degli autori di essere il più possibile esaustivi.  

A firmare la «ricca rassegna dei mille volti della nocciola», come dagli stessi definita sono i critici gastronomici Clara e Gigi Padovani, all’attivo oltre venti libri di cultura alimentare, tradotti in sei lingue, partecipazioni a trasmissioni, numerosi e prestigiosi premi.

L’opera si avvale, inoltre, dell’autorevole contributo di Irma Brizi, direttore dell’Associazione nazionale “Città della Nocciola”, degustatrice professionale, panel leader, organizzatrice di corsi ed eventi di settore in tutta Italia.  

«Quando sulla Terra comparve l’homo habilis, in grado di raccoglierla dai cespugli spontanei nei boschi, – esordiscono gli autori nell’incipit – lei c’era già. La sua dimora è la zona temperata dell’emisfero boreale. La sua patria di origine è l’Estremo Oriente. Gli antichi Romani, che impararono a coltivarla, la offrivano come augurio di fecondità. Per millenni ha accompagnato le vicende umane, avvolta da un’aura di magia».

La nocciola è un piccolo frutto dalla storia affascinante. Mediante l’esame dei pollini, alcuni ricercatori cinesi avrebbero rinvenuto nei loro lontani territori reperti addirittura databili a circa 150 milioni di anni fa.

I grandi cespugli che le producevano dall’Estremo Oriente si diffusero in Asia Minore, nel bacino del Mediterraneo, fino al Nord America.

Stando alla nostra Penisola diversi sono i riferimenti toponomastici che testimoniano come i noccioleti fossero ampiamente presenti ovunque e non solo nelle regioni storicamente vocate.

I miti legati alla nocciola affondano le loro origini addirittura nelle lontane selve del Nord Europa, popolate da Celti e Druidi.

Il mito e la tradizione trovano riflesso nella letteratura, da Shakespeare a Jane Austen, da Boccaccio, a Verga, a Fogazzaro, Pascoli, Gozzano e Pavese. E l’elenco sarebbe ancora lungo. La nocciola compare nelle favole per i bambini.

L’albero del nocciolo è il primo a fiorire. Ne sono state classificate una quindicina di specie. In Italia le principali varietà sono protette da marchio di tutela europeo: la Nocciola Piemonte Igp, la Nocciola Giffoni Igp e la Nocciola romana Dop.  Un motivo di vanto per il nostro Paese.

La nocciola, tra fine agosto e inizio settembre quando è tempo di raccolta, mobilita e coinvolge un’intera comunità, laddove la coltura è caratterizzante del territorio.

Una volta si procedeva a mano, così avviene anche tuttora nei luoghi più impervi, come sui monti dei Nebrodi in Sicilia, ma prevalentemente il processo è meccanizzato.

I frutti raccolti vengono preparati per l’essiccazione, preponderante un tempo era il lavoro manuale delle donne.

Dall’essicazione si passa alla sgusciatura, alla pelatura e alla tostatura. Passaggi fondamentali per ottenere i semilavorati: granella, farina e manteca. Prodotti impiegati dall’industrie dolciarie o dalle mani di provetti artigiani del settore gastronomico per offrirci irresistibili leccornie. C’è anche chi produce l’olio di nocciola, pressato a freddo, condimento sopraffino di piatti gourmet.

La richiesta dell’industria cresce e i noccioleti aumentano. Il primo paese produttore è la Turchia con 675mila tonnellata, segue l’Italia con 131mila, nell’anno 2017. Basta risalire al 1961 per rinvenire un rapporto di 76mila tonnellate a fronte di 55mila circa della nostra Penisola.  

L’Italia fornisce il 13% della produzione mondiale. Tra i primi dieci Paesi produttori figurano a seguire: Arzebaigian, Cina, Usa, Georgia, Cile, Cina, Iran, Francia e Spagna.

Per le sue proprietà la nocciola rientra nella categoria de “superfood”, cioè dei cibi che sono particolarmente utili per mantenere in forma il nostro organismo: dai benefici per la salute del cuore, alla prevenzione del diabete, alla presenza di antiossidanti, al miglioramento delle funzioni del cervello, alla bellezza della nostra pelle e dei nostri capelli, solo per citare alcune.

Enciclopedia della nocciola” fornisce ancora indicazioni utili per esperienze di assaggio, attraverso i cinque sensi.

Un dizionario goloso conduce ad avventurarsi tra biscotti, creme da spalmare, torte di antico lignaggio, dolci natalizi, baci di dama, gelati, tozzetti, torroni e uova di cioccolato. Un ricco ricettario invoglia a cimentarsi in cucina   per scoprire le innumerevoli possibilità di impiego di questo versatile frutto a guscio.

La nocciola è anche territorio, motivo di attrazione turistica, alla ricerca di esperienze sensoriali che discendono dal legame tra uomo e natura, vocazione ambientalista, ospitalità ed eventi. 

A tal proposito, per far conoscere e valorizzare i luoghi della coricultura italiana nel 2004 è stata fondata l’Associazione nazionale “Città della Nocciola”, presieduta da Rosario D’Acunto, alla quale hanno aderito oltre duecento Comuni, dal Piemonte, alla Liguria, al Lazio, all’Umbria, alla Campania, alla Calabria, alla Sicilia, alla Sardegna

Un tour che potranno compiere con l’ausilio dell’“Enciclopedia della Nocciola” quanti hanno il desiderio di saperne di più e di avere validi riferimenti per pianificare una propria esperienza sul campo, con un piacevole week-end fuori porta o con una vacanza più lunga che appaghi curiosità e gusto.

 

                                                                                                                                                                                                             Maria Patrizia Sanzo