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Una mostra  ricorda il regista giapponese Isao Takahata, recentemente scomparso, maestro dell'animazione e creatore di cartoni animati come Heidi, Anna dai capelli rossi e Marco.  Si potrà visitare fino al 22 luglio il Museo della Figurina di Modena.


Heidi, 1978. Raccolta Panini, Modena

World Masterpiece Theater. Dalla letteratura occidentale all'animazione giapponese, è il titolo della mostra a cura di Francesca Fontana.

Si  tratta dell’ultimo episodio  della serie  di  mostre  80-90.  Televisione,  musica  e  sport  in  figurina,  percorso espositivo ideato  da  Thelma  Gramolelli, iniziato nel 2014  per  indagare  un  periodo  cruciale  della storia  della  figurina caratterizzato  dall'irrompere  della  televisione  commerciale  nei  diversi  ambiti della vita sociale.

Negli anni Ottanta e Novanta, infatti, i cartoni animati giapponesi compirono una vera  e  propria  rivoluzione  estetica  e  narrativa  che  ha  influenzato generazioni  di  bambini,  oggi trentenni e quarantenni, anche mediante il merchandisingdelle figurine.

Il World  Masterpiece  Theater ovvero  il Teatro  dei  capolavori  del  mondo è stato un fortunatissimo ciclo di cartoni animati prodotto dalla Nippon Animation dal  1975  fino  al  1997. 

Lo stile Meisakuera  caratterizzato  da cura  minuziosa  dei dettagli e  qualità grafica superiore rispetto agli anime coevi, ma soprattutto dal fatto che fosse basato sulla letteratura occidentale  per  ragazzi. 

L’intenzione era dichiaratamente educativa:  oltre  ad  istruire  gli  spettatori nipponici  su paesaggi,  architetture,  usi  e costumi  occidentali,  offriva  loro  una  profonda  analisi psicologica  dei  protagonisti  che,  come  nei  romanzi,  erano  spesso  orfani  e  affrontavano  prove difficilissime  che  consentivano  loro  di  acquisire  le  competenze  necessarie  per  diventare  adulti rispettabili, capaci e altruisti.

Precursore del progetto è il celeberrimo Heidi, creato da Isao Takahata e Hayao Miyazaki nel 1974, che,  a  causa  degli  alti  costi,  porta  al  fallimento  della casa di  produzione  Zuiyo  Eizo, costretta  a scindersi in due distinte società, una delle quali sarà la Nippon Animation.


Anna dai capelli rossi, 1980. Panini, Modena

Tra i cartoni più amati di fine  anni  Settanta  e  inizio  anni  Ottanta  si  possono  ricordare: Marco.  Dagli  Appennini  alle  Ande (1976), tratto  dal  libro Cuore, Anna  dai  capelli  rossi (1979), Tom  story (1980), tratto  da Le avventure  di  Tom  Sawyer, Flola  piccola  Robinson (1981), Lucy-May (1982), Là  sui  monti  con Annette (1983).

Dal 1986 al 1993 la veste grafica degli anime subisce una trasformazione e i colori si fanno più vivaci e intensi, come si può notare in Pollyanna (1986), in Una per tutte, tutte per una (1987), trasposizione animata del romanzo Piccole Donne e in Peter Pan (1989).

Soprattutto  nel  corso  degli  anni  Ottanta  e  prima  metà  degli  anni  Novanta,  l’Italia  contribuisce  al successo dei cartoni animati del World Masterpiece Theater, testimoniato dalla popolarità crescente degli album di figurine a essi dedicati.

Il ciclo si conclude ufficialmente il 23 marzo 1997 per essere poi  solo  temporaneamente  recuperato  negli  anni  Duemila  con alcuni anime tra  cui Sorridi,  piccola Anna (2009), basato sul romanzo prequel che descrive i primi undici anni di vita di Anna Shirley.

Sebbene non  facciano  parte  ufficialmente  del  ciclo  denominato World  Masterpiece  Theater,  molti altri cartoni  animati  condividevano  le  tematiche  tratte  dalla  letteraturaoccidentale per  ragazzi e l'intento educativo.  Tra  questi,  alcuni  prodotti  della  Nippon Animation  come L'ape  Maia (1975), Jacky,  l'orso  del monte  Tallac (1977), D'Artacan  e  i  tre  moschettieri (1981), Il  giro  del  mondo  di Willy  Fog (1983), Il  libro  della  giungla (1989),  e cartoni  animati  di  stile Meisaku di  altre  case produttrici  quali Remi - Le  sue  avventure (1977), Capitan  Futuro (1978), Nils  Holgersson (1980), Don  Chisciotte (1980), Il  Mago  di  Oz (1987), Robin  Hood (1990).  Non  è  giapponese,  infine,  ma spagnolo  il  cartone  animato David  Gnomo  amico  mio (1985),  tratto  da  un  libro  illustrato  per bambini.  

Marco, 1982. Raccolta Panini, Modena

Accompagna  la  mostra  il  catalogo  sotto  forma  di  album  di  figurine  World  Masterpiece  Theater. Dalla letteratura occidentale all’animazione giapponese. Accanto alle immagini dei protagonisti dei cartoni  animati,  il  catalogo  include  un  testo  critico  della  curatrice  Francesca  Fontana  che  mette  in relazione gli anime con la letteratura occidentale per ragazzi.

In occasione dell’inaugurazione, venerdì 2 marzo alle 18.00 si terrà una visita guidata per grandi e piccoli,  a  ingresso  libero,con  la  curatrice  Francesca  Fontana  tra  le  immagini  e  le  colonne  sonore dell’infanzia.
Il Museo  della  Figurina  fa    parte – insieme  a  Galleria  Civica  di    ModenaFondazione  Fotografia Modena –  di Fondazione Modena Arti Visive, istituzione  diretta  da  Diana  Baldon  e dedicata alla presentazione e alla promozione dell'arte e delle culture visive contemporanee.