Taglio del nastro per Ime Experience, il polo multimediale dell'Istituto Marchigiano di Enogastronomia (Ime) dedicato ai sapori e ai saperi delle Marche. Spazio alla didattica e all'esperienza sensoriale nelle dieci sezioni espositivo-multimediali ospitate da Palazzo Balleani a Jesi (An).
Dal vino ai prodotti agroalimentari Dop e Igp, dalle pratiche biologiche alle ricette tradizionali, gli aneddoti e le storie della cultura enogastronomica marchigiana, per culminare con una sala degustazione nella quale i visitatori potranno scegliere tra quaranta vini e una varietà di prodotti alimentari.
L'obiettivo di Ime Experience è diventare non solo tappa turistica, ma anche il punto di riferimento per scuole, istituti alberghieri, imprese, ristoratori, organizzazioni ed enti, che avranno a disposizione anche una cucina professionale di 170 mq attrezzata per corsi, con dodici postazioni.
Per il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli: "Con questo progetto siamo di fronte a un parterre de roi dell'agroalimentare marchigiano. Ci sono i protagonisti di un comparto che - a partire dal vino – è riuscito a invertire la rotta dei campanilismi in favore di percorsi di aggregazione fondamentali in ottica di mercato e di internazionalizzazione. E la scelta di Jesi quale Polo agroalimentare è preziosa perché è un punto centrale della nostra regione. Per il futuro serve lavorare sul prezzo attraverso il posizionamento del brand e la sua narrazione: lo ha fatto, bene, Acqualagna con il tartufo ma sono tanti i prodotti marchigiani in grado di imporsi".
Alberto Mazzoni, direttore di Ime ha evidenziato: "Con Ime Experience mettiamo a sistema una filiera, quella agroalimentare, che nel 2017 ha raggiunto un valore di export di 366 milioni di euro, con il solo vino che incide per il 20% . Territorio, prodotti agroalimentari e cultura devono essere sempre più un asset strategico su cui puntare per rilanciare l'economia regionale. Da oggi abbiamo un polo per rappresentarli e promuoverli, attraverso una collaborazione multifiliera di produttori, enti, università e settore turistico".
Il progetto è affidato all'Istituto Marchigiano di Enogastronomia, società formata da Istituto Marchigiano di Tutela Vini e Comune di Jesi, con il coinvolgimento di quattordici soggetti: dal settore lattiero caseario, con la TreValliCooperlat, al vino con il Consorzio Vini Piceni, dalle carni (BovinMarche e Fileni Bio) a cereali e pasta biologici di Con Marche Bio, dall'Associazione Maccheroncini di Campofilone Igp al Consorzio del Tartufo di Acqualagna e delle Marche, dal Consorzio Casciotta d'Urbino Dop al Consorzio Tutela Oliva Ascolana del Piceno Dop, fino ad Assam (Agenzia Servizi al Settore Agroalimentare delle Marche) con Qualità Marche (Qm) e al Centro Agroalimentare San Benedetto del Tronto.
Presenti anche l'Università Politecnica delle Marche ed Esitur Tour Operator. Nel decennio 2007-2017 il vino delle Marche è cresciuto all'estero del 41%, a fronte di un aumento del 56% dell'agroalimentare, di cui rappresenta il prodotto trainante con un quinto del valore dell'export. Ma il binomio food&wine è sempre più una variabile decisiva anche per il turismo, in particolare quello del Belpaese.
Più della metà dei turisti italiani (52%), secondo un'indagine Nomisma-Wine Monitor, riconosce nell'offerta enogastronomica marchigiana uno dei maggiori punti di forza della regione, al 2° posto dopo i borghi e le città d'arte, e con un impatto economico del solo indotto turistico pari a 355 milioni di euro (dato 2016).
Per approfondimenti: www.istitutomarchigianodienogastronomia.it