Tradizionalmente la "pitta chjina" veniva preparata contestualmente al pane. Rimane tuttora una delle tipicità della gastronomia calabrese. Risulta una delle proposte più gustose ed è una pietanza ricca. |
Lo chef Mario Pignataro ce ne propone come sempre una sua versione. Ma possono essere impiegati altri ingredienti, quali la sopressata e il formaggio primo sale, o ricotta e spinaci, o anche la bietola con la ricotta o il formaggio fresco, o con l'aggiunta di uova come avveniva nel periodo pasquale. Sta ai vostri gusti sperimentare. Un suggerimento dello chef, come anche avveniva un tempo, la "pitta chjina" è ancora più buona da gustare all'indomani della preparazione, quando i vari ingredienti sono ancor più esaltati in un unico effluvio di sapori. |
Chef Mario Pignataro
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Procedimento: Miscelate le due farine. Unite il lievito sciolto in acqua, il sale, miele e l'acqua poca per volta, infine l'olio e lavorate fino a quando l'impasto non risulterà morbido ed elastico. Dividete l'impasto in due parti uguali e poi in quattro pagnotte avendo cura di farne due un po' più grandi per la base, lasciate lievitare coperte con la pellicola, fino al raddoppio del volume. Nel frattempo pulite e tagliate le cipolle, fatele rosolare in padella ben calda con un filo d’olio per 10-15 minuti, salate e lasciate raffreddare. Stendete con le mani, o con l'aiuto del mattarello, la pagnotta più grande e create il primo disco di pasta, sistematelo in una teglia di 30 cm di diametro unto con poco olio, farcite con i pomodorini tagliati a fette, tonno, cipolle rosolate, olive, peperoni arrostiti, acciughe, pecorino grattugiato una spolverizzata di origano e un filo d’olio. Stendete il secondo disco di pasta e coprite la farcia. Sigillate bene i bordi della pitta. Bucatela al centro, in modo che possa fuoriscire il vapore in cottura e spennellate la superficie con l’emulsione d'olio, acqua e sale. Infornate a 200° C per 15 minuti, quindi riducete la temperatura a 180 °C e lasciate cuocere per 30 minuti. |